| Autore | Categoria breakfast Tips, prima colazione con..., scene da una colazione

Il 2 giugno celebriamo la colazione all’italiana

In occasione della Festa della Repubblica, vogliamo celebrare l’importanza di iniziare bene le giornate di festa affinché rappresentino un momento importante di condivisione familiare. Vediamo quali sono i parametri della colazione all’italiana per scoprirne tutti i benefici.

Quando nasce la prima colazione in Italia? Una svolta storica è stata la prima guerra mondiale durante la quale la vita militare ha omologato le abitudini. Ai soldati venivano distribuiti latte, caffè e gallette e cioccolato, ingredienti che sopravviveranno al conflitto, prima che la colazione viri decisamente verso il dolce. In generale nell’Italia contadina degli anni ‘50 si parlava semplicemente di “latte” o “zuppa di latte”, ben lontani quindi dall’immaginario odierno della prima colazione. Oltretutto si faceva colazione a metà mattina, dopo ore di lavoro e dopo, “zero carbonella” fino a sera. E mentre nei cinema di tutta Italia trionfava “Poveri ma belli” e in tv spopolava “Lascia o raddoppia”. Nella pseudo-colazione degli anni 50’ l’apporto in genere di nutrienti era piuttosto sbilanciato verso un eccesso di grassi oltre che di carboidrati – era molto diffuso il consumo di formaggio e salame – ma l’elevato dispendio energetico dell’epoca non dava ricadute sulla salute, afferma la biologa nutrizionista D.ssa Valeria del Balzo dell’Università La Sapienza di Roma. “Certamente oggi la sedentarietà ci impone un pasto più bilanciato e la scienza ci suggerisce di utilizzare alimenti dolci per apportare l’energia, soprattutto al cervello, per iniziare la giornata. Il cervello infatti si nutre di zucchero.”

La regola del 3 per la colazione italiana. Le regole sono semplici e sono tre: mai saltare la prima colazione, cercare di variare i nutrienti del primo pasto della giornata, consumare la prima colazione seduti dedicando almeno dieci minuti. Secondo Luca Piretta, nutrizionista e gastroenterologo del Campus Biomedico di Roma, “saltare la prima colazione significa andare a stressare meccanismi di distribuzione e immagazzinamento dei nutrienti, senza contare che aumenta il rischio di contrarre un maggior numero di patologie”. La colazione è un vero e proprio strumento di benessere: “le persone a stomaco vuoto, sono spesso nervose ed irritabili. Se viviamo il risveglio con fretta, meglio svolgere alcune attività mattutine la sera prima, in modo da avere tempo per mangiare. Invece, se non si ha lo stimolo della fame, meglio premiarsi consumando un cibo particolarmente gradito: l’importante è non saltare la prima colazione”. Nell’Italia contadina degli anni ‘50 si mangiava a metà mattina, dopo ore di lavoro e dopo “latte” o “zuppa di latte”, ben lontani dall’immaginario odierno della prima colazione. Da una colazione piuttosto sbilanciata in nutrienti siamo arrivati in diversi anni al caldo e dolce rito della colazione che accompagna il nostro risveglio quotidiano: cappuccino, tè, biscotti, pane e marmellata, cornetti per chi predilige la colazione dolce, ma anche toast, uova strapazzate o salmone per chi predilige la colazione internazionale. Ad ogni italiano la propria colazione preferita, il proprio risveglio di felicità.

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