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Viaggio nella colazione: dal chicco di grano delle origini alle Collationes medievali

Cosa mangiavano i nostri lontani antenati a colazione? Cosa è cambiato nei secoli? Tra curiosità e approfondimenti, inizia il nostro viaggio nella storia della colazione con una guida d’eccezione, l’antropologo alimentare Sergio Grasso; oggi ci racconta la colazione dalle sue origini al Medioevo, periodo nel quale si diffonde il termine Collationes, con il quale chiamiamo ancora oggi il primo pasto della giornata.

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Cambiano le modalità ma non gli alimenti – Dagli albori dell’agricoltura, quando due pietre frantumavano i chicchi di grano o di farro, fino ai moderni biscotti, plum-cakes o brioches, la sostanza di ciò che mangiamo come prima colazione – i carboidrati da cereali – è cambiato ben poco. Si sono invece trasformate le modalità alimentari con cui affrontiamo l’inizio di ogni nostra giornata.

La colazione degli antichi greci e romani? Leggera e nutriente – Nel film “300” (2006 – regia di Zack Snyder) Leonida esorta i suoi uomini prima dell’epica battaglia delle Termopili con queste parole: “Spartani! Preparate la colazione e mangiate tanto, perché stasera ceneremo nell’Ade!”.  Si tratta certo di una licenza cinematografica ma è certo che nell’antica Grecia la tavola (akràtisma) era tenuta in alta considerazione. Ci si svegliava con pane, latte e fichi nelle case mentre nelle caserme ogni soldato riceveva all’alba un’intera focaccia da intingere nel vino e una scodella di olive e formaggio. Le cronache dell’antica Roma indulgono spesso sull’abitudine dei Romani di iniziare la mattinata con lo “ientaculum“  (cessare il ieiunun-digiuno), un pasto leggero ma nutriente a base di mulsum (una mistura di vino, miele e spezie), pane, latte, gallette dolci bagnate nel vino, frutta secca e uova. Spesso venivano serviti anche gli avanzi della sera precedente.

Tra sacro e profano, la colazione nel Medioevo – Nel Medioevo lo ientaculum diventa “asciòlvere” (sciogliere il digiuno notturno) ma gli zelanti moralisti cattolici lo bollarono subito come causa del quarto dei Sette Vizi Capitali: la Gola. In questo si distingue S.Tomaso d’Aquino, che nella sua Summa Theologica (1265-1274) afferma che commette peccato di gola chiunque “mangi troppo presto” (praepròpere). Alla metà del XV secolo il pasto mattutino riprese il suo innocente e insostituibile ruolo grazie anche a Re Francesco I di Francia che intimò alla sua Corte la sveglia alle 5, un robusto déjeuner  alle 9, la cena alle 17 e la consegna in camera da letto alle 21. Verso la fine del XVI la regina Elisabetta d’Inghilterra, che era decisamente mattiniera, cominciava la sua giornata con una Reale Tavola imbandita con biscotti e torte d’avena annaffiate da… birra. Intanto, in Italia, la voce latina asciòlvere veniva sostituita dal termine “colazione” poiché nei monasteri benedettini durante il primo convitto mattutino un monaco leggeva ai confratelli le Collationes (raccolte) di S. Giovanni Cassiano nel IV secolo d.C..

A cura dell’antropologo alimentare Sergio Grasso

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