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Mal di testa fra i banchi di scuola? Non saltare la colazione

Banchi

Il parere e i consigli dello specialista per combattere il mal di testa

Il ritorno sui banchi di scuola dopo mesi di vacanza può essere traumatico e causare agli studenti, grandi e piccoli, disturbi come l’emicrania, “episodi di dolore intenso, spesso con nausea e vomito, che durano circa da 45 minuti a 2 ore”, come spiega Licia Grazzi, neurologa presso l’Irccs Carlo Besa di Milano. Secondo l’esperta, l’emicrania colpisce soprattutto “i primi della classe, puntigliosi, precisi” ed è la principale responsabile di “performance scadute, richiesta di attenzione, disagio scolastico”. Ma come fare per combatterla?

Un aiuto dalla colazione – Nonostante il mal di testa risenta di una certa predisposizione famigliare, ci sono modi per tenere sotto controllo gli attacchi e ridurli al minimo, uno di questi ha a che fare con le irregolarità, a partire da quelle a tavola. “Mai saltare i pasti, specie la colazione! –  raccomanda Licia Grazzi – I ragazzi che sistematicamente si espongono a una lunga mattinata a pancia vuota vanno in ipoglicemia. È come far funzionare una macchina senza benzina. Poi, limitare i fuori pasto. Curare i ritmi sonno-veglia, non andare a letto tardi, magari per cedere poi alla pennichella pomeridiana. Non aiutano anche la sedentarietà e gli eccessi di stimoli come videogiochi e tv. Niente va bandito, ma tutto va fatto con misura”.

Zuccheri per il cervello – Gli zuccheri sono buoni alleati dei ragazzi, il loro cervello ha bisogno di zuccheri e carboidrati complessi per ritrovare il giusto ritmo di studio, per questo la loro colazione deve essere a base di latte, cereali, pane tostato con crema di nocciole, frutta o yogurt alla frutta con un po’ di miele. Sono cibi che, come spiega il professor Giorgio Calabrese, docente di nutrizione umana all’Università di Alessandria, “aiutando a produrre la serotonina, l’ormone del buonumore, mettono in sintonia i neuroni nel lavoro permettendo di rendere molto a scuola”.

Mai lasciarli soli – La regolarità nei pasti, i cibi giusti e le buone abitudini potrebbero però non bastare, per questo “all’occorrenza i farmaci vanno usati, sia chiaro, così come sono utili terapie di profilassi nel lungo periodo per chi ha episodi frequenti – spiega la neurologa Grazzi – Con l’aiuto di un medico esperto, comunque, vanno considerati anche tecniche di rilassamento, psicoterapia, sali di magnesio. È in ogni caso essenziale seguire da vicino i ragazzi, che spesso trascorrono molto tempo da soli e sono abituati all’autogestione anche col loro mal di testa”.

Fonti – Fondazione Veronesi; Repubblica

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