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Colazione con Alice, un hobbit e il fascino dell’Alabama

I momenti magici della colazione nei racconti di Deborah Papisca

Colazione e letteratura

Oggi facciamo colazione con Deborah Papisca, mamma di Camilla e blogger di Oasi delle Mamme, che ha pubblicato il romanzo “Di materno avevo solo il latte” e si appresta a raccontarci la sua duplice passione per la letteratura e la colazione. Ecco cosa ci ha raccontato….

Leggere e mangiare. Un binomio imprescindibile, quasi ritualistico della mia vita. Ogni libro che riposa sui miei scaffali annovera almeno in qualche pagina una o più macchie di sostanze di genere alimentare. In particolare se andiamo ad analizzarle sarà facile capire che provengono tutte da un momento magico, l’unico che riusciva a sradicarmi dal letto: la colazione.

Il profumo inebriante del caffè che sinuoso strisciava lentamente dalla cucina fino alle mie narici, il tintinnio dei cucchiaini che sbattevano leggeri sulle tazze e sui barattoli di marmellata e cioccolata, il pane scricchiolante spezzato con le mani (non c’era rumore più rassicurante), il burro riposto sul suo piattino, tutto era curato con dovizia di passione e particolari perché mia madre avrebbe ucciso se qualcuno della famiglia non avesse rispettato il pasto più importante e significativo della giornata, quello che ti fa iniziare bene l’opera, regala l’energia corretta per partire con il giusto slancio, che risparmia i cali zuccherini e i terremoti ondosi allo stomaco a metà mattinata.

Ho amato la colazione fin dal momento in cui ho avuto capacità di analisi, discernimento, consapevolezza. Mi sono innamorata di lei come una teenager passionale perché mi ha regalato la ricchezza del dialogo e dei sapori di casa, gli sguardi d’amore e poeticamente impastati del sonno appena trascorso. La mia colazione aveva sempre una storia diversa con me, non potevo fare a meno di concluderla leggendo due pagine del romanzo del momento in compagnia dell’ultima fetta biscottata o del cucchiaio da minestra pieno di crema alla nocciola da lucidare. Tre sono stati i racconti narrativi più gettonati da una “breakfastaholic” come me e che riposano tranquilli a casa mia pronti per essere riaperti ogni volta che sentirò la necessità di respirare il profumo del mio passato.

Il Signore degli anelli – Con i suoi succulenti pasti mattutini degli hobbit, piccoli grandi uomini, dai grossi piedi pelosi e con i visi “generalmente gioviali, illuminati da occhi vivacissimi e guance colorite, con una bocca fatta per ridere, bere e mangiare. Ed era proprio ciò che facevano: mangiavano, bevevano, ridevano…” nelle loro case tondeggianti, nelle verdi valli della terra di mezzo. Formaggi, stufati, carne salata, funghi di cui vanno ghiotti, pane fragrante e tanto altro, qu

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